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LE COSE PEGGIORI che mi son capitate durante una festa (1° episodio)

Se c’è una cosa bella del mestiere che faccio da anni è che il momento in cui pensi di aver visto tutto, ti capita qualcosa di nuovo, magari anche difficile da gestire, tragicomico o solo fastidioso, da cui comunque impari qualcosa in più. 

Parlo di fatti successi mentre ero parte attiva della festa: come proprietario del locale o organizzatore della serata o  responsabile dell’evento. 

Tralascerò tutti gli episodi relativi a risse, violenza, roba rotta o persone moleste, gente che si è sentita male, gente caduta nel fiume, droghe ai tavoli, sesso su tavolini o comportamenti osceni, ragazze trasformate da contesse a bestie di Satana, Serate di maltempo violento con spostamento di emergenza di tutte le sedie, tavoli, tavolini, ombrelloni e divanetti…

 Tutto ciò riguarda la normale amministrazione, cose che possono capitare, alcune anche troppo spesso. 

Voglio invece raccontarti aneddoti che sono in bilico tra il ridicolo, l’assurdo ed il desolante. Ne ho scelto intanto 1  nel mucchio. 

Il primo episodio si svolge in un locale all’aperto di cui son stato proprietario per molti anni dove organizzavo (o per essere più precisi OSPITAVO) anche feste di bambini.

Sì perchè il locale non era propriamente settato per i bambini, era indirizzato ad un target di  ragazzi giovani, come cocktail bar, wine bar serale con musica di sottofondo.   Però per un periodo, viste le richieste, davo la sala nelle ore pomeridiane per lo svolgimento di feste di bambini. 

Una di queste volte, ricordo era il compleanno di una bambina di 8 anni. Uno di quei compleanni che sono scanditi dai classici giochi per terra, grida degli animatori al microfono e poi la torta e lo Scarta la carta. Negli intervalli tra questi momenti, se gli animatori non sono particolarmente bravi e preparati, i bambini presenti si sparpagliano per tutto il locale e l’area circostante facendo tutto ciò che viene loro in mente. 

In particolar modo, quel giorno mentre giravo per i gazebo a raccogliere gli oggetti tirati o buttati giù, girandomi resto colpito da un bambino che in pieno sole e in piena confusione, stava facendo pipì sui vasi che facevano da perimetro dell’area tavolini. Ma oltre che noncurante dei grandi e dei piccoli che gli stavano intorno, era proprio tronfio! 

Io sospiro, cercando con lo sguardo dei genitori, che non si palesano, nel frattempo il bambino torna urlante e sempre tronfio ai suoi giochi di corsa e distruzione insieme agli altri. 

Passa un po’ di tempo e in una delle tante perdite di controllo della situazione da parte delle animatrici presenti, girando mi imbatto nuovamente nel timido bambino che questa volta me la stava facendo, sempre chiaramente “en plein air” ed in mezzo ai passanti, sulle pareti esterne dello chalet in legno. 

Stavolta vorrei bloccarlo nel mentre e chiedergli se proprio non riesce a trattenerla o se il suo è un vezzo, visto che c’è un bagno.  Ma, certo del fallimento di un dibattito così elevato con un bambino di 8 anni, soffoco sul nascere la disputa e ricerco con lo sguardo di nuovo un genitore o qualcuno che quanto meno solidarizzi con me. Nulla. E per la seconda volta prendo un secchio d’acqua e tolgo la firma del bimbo.

Eravamo verso fine della festa, dopo lo scarta la carta e molti cominciavano ad andare via. Io penso, forse anche il cagnol…il bambino, Mentre penso questo, mi giro e lo vedo con i pantaloni completamente abbassati, fino alle scarpe e le mani sui fianchi, che mi fa pipì su un ombrellone. Stavolta sono un po’ risentito di non trovare un adulto che dica qualcosa del fatto che questo bambino mi sta battezzando tutto il locale come un cagnolino randagio. 

Al che vado tra gli adulti presenti per cercare uno dei due genitori. Al primo signore che trovo, chiedo “scusi sa chi sono i genitori di quel bambino”?, indicandolo mentre finiva di far pipì seminudo sul mio ombrellone migliore. Non scordo il mio stupore, misto ad imbarazzo e a rassegnazione quando l’interpellato, esordì con un sorriso ed un moto di orgoglio dandomi una pacca sulla spalla e gridando fieramente  “Ah, e quello è figlio mio!”.   Seguì smarrimento e silenzio. Non avevo altro da aggiungere oltre che -Beh,… piacere… e complimenti! – .

Ora, il racconto può far ridere ed anche amareggiare. L’argomento feste dei bambini e risvolti del caso, può aprire dibattiti senza fine di estrema attualità; di carattere sociologico, morale, educativo, montessoriano. Ma non è mia volontà, nè il senso di questa pagina, quindi, in attesa che ti racconti un altro episodio tra i peggiori che mi son capitati, se questo racconto ti è piaciuto, condividilo con chi potrebbe apprezzarlo ed iscriviti e fallo iscrivere sui canali e le pagine social di Come Fare Festa. 

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Ci vediamo nel prossimo video!

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