VETRI ROTTI (2° episodio)
Segue dal 1° episodio di VETRI ROTTI
Questo racconto, sempre tra le esperienze peggiori, avviene qualche anno dopo, avevo un altro locale.
Un mio affezionato cliente mi chiese di festeggiare lì il suo compleanno.
Lui una persona gentilissima, un medico.
Organizzammo una festa dall’aperitivo in poi; lui volle l’esclusiva per star tranquillo con il suo gruppo di amici, una ventina al massimo.
Preparai un buffet con molte portate gustose e sfiziose e per sua richiesta, una Sangria che doveva essere la protagonista della serata. Per questa Sangria mi portò direttamente da casa sua, il giorno prima, una splendida Ponchera in cristallo, cioè un grande contenitore tutto decorato, con il suo coperchio, sempre di cristallo.
Sapevo che i suoi amici avrebbero bevuto birra, vino e spritz ma lui ci teneva alla Sangria, assolutamente servita lì dentro, fresca, in bellavista.
La capacità di questo meraviglioso contenitore di cristallo sarà stata di 6 o 7 litri circa.
Io la mattina della festa ne avevo preparata un po’ di più per un possibile refill. Era nel laboratorio in una grande boule di plastica dove doveva riposare per insaporirsi prima di travasarla per servirla.
La sera il dottore arrivò con la moglie, in anticipo sull’inizio e presero un paio di spritz da sorseggiare per iniziare in allegria in attesa degli invitati. Nel frattempo lui mi chiese impaziente della sangria; gli dissi che era venuta buonissima e gliene feci assaggiare un bicchierino. Ne fu entusiasta tanto che all’arrivo degli ospiti cominciò a dire “bevete quello che volete ma tenetevi lo spazio per la Sangria…. Dovete bere la Sangria…. Non avete idea che Sangria…. e che Ponchera che ho portato…. lo abbiamo in famiglia da 50 anni…. non poteva essere riempita in modo migliore”.
Beh, era arrivato il momento di presentare la sangria ed il suo storico, prezioso, elegante e meraviglioso contenitore.
Andai nel laboratorio, posai la Ponchera con attenzione sul banco di lavoro. Dal contenitore di plastica dove era stata preparata, ne travasai più di metà con tutta la sua frutta e i vari ingredienti. Visto che avanzava ancora spazio, decisi di versarne ancora e poi ancora fino a non lasciare praticamente nulla nel contenitore originale, giusto uno striminzito refill di sicurezza con della frutta impregnata di vino.
Soddisfatto dell’aspetto e della quantità abbondante contenuta, aggiunsi un po’ di ghiaccio e con il mestolo in dotazione della Boule imperiale , anch’esso di vetro, o cristallo, feci un giro per mescolare il tutto. Bellissimo. Altro giro prima di uscire e il mestolo toccò dolcemente la curva interna della Ponchera che inaspettatamente…… esplose in milioni di pezzetti inondando tutto ciò che c’era intorno, compresa la mia inerme persona.
Mi trovai a bocca aperta, incredulo, afono, imbarazzato, con un rivolo di sangria che scendeva dalla camicia ai pantaloni, impregnando le scarpe e mischiandosi a tutto il resto sul pavimento…..….. non sapevo veramente cosa fare…..
Dopo attimi di smarrimento, interrotti dall’urlo della cameriera in servizio entrata in quel momento nel laboratorio, mi decisi ad andare dal festeggiato.
Uscii coprendo il davanti con una parannanza da cucina, che però lasciava scoperti i pantaloni dalle ginocchia in giù e le scarpe, completamente intrise di sangria rossa… Lui intercettò il mio avanzare, intuendo dalla mia faccia un problema e mi anticipò venendomi incontro. “Ti è caduta un po’ di sangria? … Vabbè dai, non c’è problema. L’importante è che porti la Ponchera di cristallo, anche se c’è un po’ meno sangria….Non vediamo l’ora…”….
Ca va sans dire che non prese bene l’accaduto, anche se fu veramente un signore. Io d’altra parte cercai di sdebitarmi in tutti i modi, restando comunque molto imbarazzato e dispiaciuto per l’accaduto assolutamente imprevedibile.
Presi il punto di rottura che neanche tra un milione di tentativi era possibile prendere, ma così fu. E ancora me ne ricordo.
Cosa ho imparato dalle due storie che ti ho raccontato? Bah, nulla che non potessi già sapere, ma d’altronde la somma degli accadimenti in una vita, va a formare l’esperienza, no? e quindi a migliorare.
Diciamo che per quanto riguarda il primo racconto ad oggi sicuramente non accetterei alcuni tipi di feste e comportamenti e per questo racconto non prenderei in carico per una festa, un oggetto delicato di proprietà di un cliente, con un valore familiare ed affettivo, ma userei solo attrezzature personali o al massimo da acquistare per l’occasione.
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Ci vediamo nel prossimo video!